Carnivàle

Carnivàle Logo Quest’ultima stagione televisiva ha visto un interessante ritorno a tematiche inquietanti grazie alla gradita sorpresa di American Horror Story, che non si limita soltanto all’inquietudine ma riesce a sfogarsi con il più intenso horror gotico.

Pensando a serialità e a cose angoscianti, nella mente si forma immediatamente una domanda…”Chi ha ucciso Laura Palmer?“. C’è da chiedersi se il fatto che abbiano iniziato a riproporre in tv Twin Peaks poco dopo la messa in onda di American Horror Story non sia solo un caso…

Come che sia, questa new wave del mistero e dell’inquietudine ci fa venire voglia di segnalarvi una serie di qualche anno fa, che qualcuno ha voluto proprio paragonare alla serie ideata e diretta da David Lynch.

Michael J. Anderson - Photos courtesy of HBO. All Rights Reserved.Qualcosa nell’atmosfera forse. E il nano, certo. Perchè tra i protagonisti di Carnivàle, serie tv di due sole stagioni, per un totale di 24 episodi, partire nel 2003 e arrivate in Italia nel 2005, c’è l’attore Michael J. Anderson, che ha popolato gli incubi di molti con le sue frasi pronunciate al contrario in Twin Peaks.

Qui è Samson, direttore di un bizzarro circo itinerante negli anni ’30 dell’America della grande depressione, periodo che di inquietudini ne semina già parecchie per conto proprio. Il circo è strano, e non solo per il grande numero di freak che si porta appresso. C’è qualcosa di più che aleggia tra carri e tendoni. Magia che poco ha a che vedere con qualche trucchetto da due soldi fatto con cilindri, conigli e carte da poker. E una magia dai riflessi cupi.

Se ne accorgerà presto Ben Hawkins, interpretato da Nick Stahl (era il pupillo de L’uomo senza volto interpretato da Mel Gibson e John Connor in Terminator 3 – Le macchine ribelli), che ha perso la madre, ha scoperto di avere una capacità fuori dal comune, quasi biblica e dai risvolti inquietanti, e che dal circo viene raccolto e accolto.
Non si fatica ad intuire come, in questo incontro, ci sia ben poco da spartire con il “caso”.

Clancy Brown - Photos courtesy of HBO. All Rights Reserved.Il circo sarà il cuore della storia, ma non il bersaglio. Perché presto sarà il concetto di Bene e di Male, nella forma offerta dalla sua millenaria battaglia, a tessere il viaggio di Ben e del suo circo, attratto sempre più in direzione di Padre Justin Crowe, prete metodista dotato di strane capacità e una forma di connessione con lo stesso Ben. Il fatto che il personaggio sia interpretato da Clancy Brown (se diciamo Kurgan non abbiamo mica bisogno di spiegarvi altro vero? Tanto ne resterà soltanto uno…) ci permette di non sottolineare ancora una volta il termine inquietante (ops!).

Saremo subito chiari: la serie è tronca. C’è sì un finale alla nostra storia, ma c’è anche una nuova apertura che lascia un terribile sapore amaro sapendo che il racconto non andrà oltre. Probabilmente i produttori e il creatore, Daniel Knauf, erano più ottimisti sulle sorti della serie.
Peccato, perché seppur non priva di qualche difetto (il ritmo, su tutti, qualche volta troppo dilatato), la serie è affascinante e il cliffhanger che la chiude particolarmente gustoso.

Pur portando avanti l’intreccio e la sfida principale tra Ben e Padre Justin, un intreccio composto da miriadi di intriganti sottotrame che in fondo si rivelano nodi dello stesso unico filo, l’ambientazione circense ne fa una serie corale, carica di personaggi dotati di grandi sfaccettature, ricchi e interessanti. Ci si appassiona a molti dei lavoratori che popolano il Carnivàle, a volte quasi più del protagonista, attraverso storie molto fisiche e di sentimenti crudi.
E l’atmofera che ne deriva risulta particolarmente immersiva.

Gli episodi, che perseguono la trama portante seminando domande con una frequenza più alta rispetto alle risposte, offrono anche situazioni che nell’episodio stesso si esauriscono, ravanando costantemente su temi filosoficamente caldi (vita, morte, giustizia, bene, male, etc.) senza mai essere supponenti o semplificativi, anzi, oscillando tra un gotico noir e un gotico orrore. Splendida ghost story la puntata che vede come guest star John Hannah.

Insomma, una di quelle tante serie passate quasi in sordina che meriterebbero una riscoperta, magari se nel mood giusto e possibilmente di sera.

La sigla originale è a cura di vecchie conoscenze di SCS: Wendy Melvoin e Lisa Coleman meglio conosciute al grande pubblico come Wendy & Lisa.

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