IMAX, 22 metri di cinema

Appendice - L'esperienza IMAXCi sono situazioni dove le dimensioni contano, con buona pace di chi prova a svicolare il problema. Il cinema, è uno di quei casi, tanto che si parla di “Grande Schermo” e non di “Schermo Ben Usato”.

E l’idea dietro l’IMAX è proprio questa: offrire una visione di alta qualità ma anche di grande dimensione che vada a minimizzare il più grande cruccio della fisiologia oculare applicata al Cinema: la visione periferica. Andare al cinema, diciamolo, è un po’ come guardare un bel tramonto con gli occhiali: il centro dell’azione è magnifica ma ti perdi le sfumature di rosa che arrivano dai margini perché coperti dalla sagoma della montatura. Trovarsi davanti uno schermo di 22 metri e alto 16 ti catapulta visivamente dentro il quadro senza possibilità di scampo, a perdita d’occhio. Se si aggiunge un audio di qualità e una bella storia, spiacenti, ma non c’è 3D che tenga.

E questo è sicuramente il motivo per cui i primi ad adottare questa tecnologia sono stati i parchi a tema (che sono anche i primi ad adottare il 3D), perché l’esperienza immersiva la si vive proprio al 100%. Se poi vi volete trattare bene potete andare a caccia dell’IMAX su schermo curvo (IMAX Dome o OMNIMAX) che ti avvolge per essere sicuro che nemmeno l’angolo più remoto dell’occhio più esigente possa sfuggire all’azione.

Comparazione tra i negativi 35mm e quelli 70mm - fonte: WikipediaTutto molto bello, ma il rovescio della medaglia dov’è? I costi, ovviamente. Parliamo principalmente dei costi di produzione dei film: le pellicole (le prime digitali IMAX sono state presentate solo nel 2011) sono costose, ingombranti e pesanti e vanno usate dentro macchine da presa costose, ingombranti, pesanti e tanto rumorose da rendere necessario il ridopiaggio nelle scene di dialogo. Per capirci non ci sono film interamente girati in IMAX: per ora quello più “generoso” è Il cavaliere oscuro – Il ritorno con i suoi 72 minuti di girato IMAX nativo su 165 totali.

In Italia ci sono solo due sale attive al momento con teconologia IMAX: quella a Rimini (IMAX nativo) e quella di Pioltello (IMAX Digital che lavora con schermi più piccoli e usa una coppia di proiettori 2K che vanno a sovrapporre le immagini per “simulare” la qualità visiva dell’IMAX nativo).

Come sapranno i nostri venticinque lettori, siamo stati nella sala di Pioltello per seguire l’anteprima dell’ultimo capitolo della saga Batmaniana firmata Christopher Nolan e l’esperienza è stata sicuramente meritevole della lunga giornata. Le scene girate in IMAX, si riconoscono subito e sono, come già detto, prevalentemente esterne e di grande respiro. La resa dell’immagine con la ritrovata nitidezza e luminosità permette di assaporare i dettagli e di dare il tormento a chi si immedesima con facilità in quello che vede. Non che sia facile non cadere preda delle inquadrature quando sono alte come una palazzina di due piani e il suono si spande da ogni parte passando attraverso le sedute.	 Lo schermo IMAX dal nostro posto 	Il sistema audio è anch’esso un brevetto IMAX e quindi differente da quello che trovate nelle sale tradizionali. In particolare è un audio non codificato (a differenza del Dolby per capirci) e viene sparato direttamente nelle casse in sala. Nel nostro caso siamo stati schiacciati dalle frequenze basse che ci hanno fisicamente attraversato tutto il corpo (i seggiolini tremavano: retaggio dei primi impieghi nei parchi a tema?). A Pioltello l’audio l’abbiamo trovato inutilmente alto: speriamo che questa ingannevole necessità di molte sale di anabolizzare l’esperienza cinematografica a furia di decibel si arresti. Probabilmente la si poteva capire quando le vecchie sale sopperivano alla mancanza di tecnologie adeguate con lo stordimento, ma oggi si potrebbe tornare a quella snob abitudine da nouvelle cuisine che ti serve poco, ma di gran gusto.

Una nota molo positiva è stata trovare gli spazi espansi: non solo lo schermo, ma in tutta la sala con poltroncine debitamente distanziate e grandi abbastanza da permettere di raggomitolarsi quando Bane pesta il nostro Oscuro Eroe o il nostro peterpaniano saltare in piedi quando la Gotham si risolleva senza ostacolare l’impassibile emozione del cinefilo della fila dietro.

Insomma, torneremo appena possibile a guardarci un film in IMAX,  a goderci i campi lunghi limpidi come se si fosse lì, a sentire il suono che ti attraversa muscoli ed ossa e a stendere serenamente le gambe in avanti.


Commenti

3 risposte a “IMAX, 22 metri di cinema”

  1. Avatar Andrea Borini
    Andrea Borini

    Grazie per il post molto interessante, non sono un tecnico per cui commenterò esclusivamente da spettatore IMAX. Credo di essere stato uno dei primi a sperimentare questa esperienza a NY negli anni ’90, dove in una multisala allora moderrnissima vicino al Lincoln Center avevo visto alcuni dei primi esperimenti, allora tutti in 3D. Un esempio era il bel mediometraggio di Jean Jacques Annaud Wings of Courage su Saint Exupery e l’altro un documentario sulla Grande Mela che era poco più di quei filmati tridimensionali, didattici ed esperienzali dei parchi giochi sulla storia delle città turistiche ma che mi aveva parecchio divertito e impressionato con quella tecnologia. Ciò che differenziava la mia esperienza di spettatore era la tipica architettura ad arena della sala e lo schermo gigante, che era comunque esperienza diversa dallo schermo sferico che c’è ad esempio alla Villette a Parigi, divertente ma a piccole dosi e in cui è solo possibile proiettare documentari e visioni spettacolari ma non narrative. Dopo anni in cui vedevo questa tecnologia fallire, e le sale troppo costose come quella della Defense e i primi esperimenti italiani chiudevano, ho ritrovato una esperienza IMAX simile a quella newyorchese soltanto a Parigi, nella multisala Gaumont vicino a Eurodisney, dove ho avuto la fortuna di vedere Avatar e Il Cavaliere Oscuro, due tra le poche pellicole effettivamente pensate e girate per l’IMAX e che in quella sala un pochetto fatiscente ma tecnicamente perfetta e soprattutto dalla giusta architettura hanno trovato una vera ragion d’essere. In seguito sono stato al The Space theatre a Vimercate che si spacciava come IMAX, ma ora non più, che è soprattutto una bella sala grossa, e a un’altra sala parigina invece correttamente immatricolata, dove proiettavano Super 8, che però aveva il formato gonfiato e che comunque aveva secondo me caratteristiche di schermo e architettura al limite, non troppo diverse dalle grandi multisale comuni. Stessa cosa a Pioltello, dove mi sono gustato Tintin praticamente da solo in posizione centralissima e comodissima. La sala è molto bella e comoda, audio e video ottimi, ma la sensazione è stata che fosse un’esperienza non troppo dissimile da quella di un’altra bella multisala UCI o The Space. Tanto per fare un esempio, la visione di Ben Hur e Lawrence d’Arabia in 70mm all’Arcadia di Melzo mi aveva molto più impressionato tecnicamente.

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    1. Grazie per le tue note. Difatti, come accenniamo, Pioltello e un IMAX Digital che sarebbe un IMAX più piccolo di dimensioni e con una risoluzione finale “ricostruita” usando due proiettori 2K (quelli che ha anche l’Arcadia per capirci). In realtà nel nostro trittico di redazione c’è un fortunato con una precedente esperienza IMAX fatta a Londra che, nella memoria di chi l’ha vissuta, è sicuramente superiore (ma forse anche perché era Londra). Molto interessante il riferimento che fai ai 70mm. Dato che IMAX è un 70mm ruotato (http://it.wikipedia.org/wiki/IMAX) la qualità visiva è assolutamente paragonabile. Se all’Arcadia hanno usato un proiettore a pellicola, difatto ti sei goduto un capolavoro del cinema con il capolavoro delle risoluzioni, altrimenti è molto probabile che la visione 2K, con proiettori di qualità e su uno schermo correttamente dimensionato possa risultare anche superiore ad una soluzione di mezzo come IMAX Digital.
      La nostra speranza è che l’IMAX, grazie alle recenti telecamere digitali, possa essere trasformato nel nuovo standard per le produzioni cinematografiche perché, torniamo a ribadirlo, la qualità dell’immagine (già il 4K oggi è disponibile su alcuni monitor professionali e presto lo diverrà su quelli consumer) è un elemento base per il godimento filmico che ci sembra più profondo e meno “complicato” del 3D (stereoscopico) che spingono tanto: che nutrano la bambinesca illusione che il 3D non sia piratabile? (https://www.google.it/search?q=3d+movie+streaming)

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  2. Avatar Andrea Borini
    Andrea Borini

    Se non avevano ingannato tutti, quella retrospettiva all’Arcadia era in pellicola 70mm originale, era una rassegna che ha girato diversi cinema in Europa, un mio amico aveva visto Ben Hur al Max Linder di Parigi, magnifica sala storica, e ad esempio ho poi visto Playtime alla Cineteca di Milano, purtroppo con schermo medio, ma bello come nel restauro digitale. In particolare devo dire che un’esperienza davvero impressionante fu Lawrence d’Arabia, col 70 mm era incredibile cogliere le sfumature di colori e di luci del deserto e la messa a fuoco di tutti i particolari del grande schermo ma con quel calore e senza quell’effetto “cartone animato” che a volte dà il restauro digitale (particolarmente grottesco mi è apparso I dieci comandamenti in Blue ray visto su una tv Hd, mi sembrava di vedere un film della Pixar)

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