Intervista a Pierz

PierzSboccato, politicamente scorretto, anticlericale. È Pierz, all’anagrafe Luca Piersantelli, giovane autore di fumetti, eclettico, diventato un fenomeno di culto in rete e alle fiere grazie ad una serie di vignette e strisce rimbalzanti su diversi social network e alla serie “Ravioli Uèstern“. Inarrivabile il messaggio con cui si apriva la copertina del secondo numero, dove figurava uno dei protagonisti che mostrava un dolce micetto: “Se non compri Ravioli Uestern 2, questo gattino morirà di morte!“.

Siete stati avvertiti: quello che vi aspetta è un incontro, assurdo e ai limiti del demenziale, con qualcuno che potrebbe anche sconvolgervi. Per quanto riguarda noi, in maniera molto positiva.

Sono Cose Serie: Domanda d’apertura, chi è Pierz?

Police City Of Pierz (US-MN)Pierz: Pierz è una città del Minnesota che conta 1.393 abitanti, in primis. Sfido chiunque a trovare una foto degli sbirri di Zerocalcare City Police Department.
Poi, vabbè, c’è anche un “Pierz” molto meno interessante che fa fumetti idioti in rete da un paio di paio d’anni, che pubblica tali fumetti in volumi cartacei e che si sente stupido a scrivere di sé in terza persona ma non c’ha voglia di riscrivere tutto.

SCS: Le tue ragioni per aver deciso di buttarti su internet? Tu utilizzi diversi canali, da Deviantart a Facebook. Quali sono le potenzialità e le opportunità che vedi/cerchi tramite la rete?

P: Ho iniziato a pubblicare su internet per tantissime ragioni: potenzialmente posso raggiungere chiunque; sono libero di pubblicare quello che voglio, come voglio, quando voglio; critiche e consigli ti arrivano immediatamente; e nella scheda accanto del browser c’è il porno.
Le opportunità sicuramente ci sono, ma a me non interessa. Io pubblico vignette perché mi diverto a farle e perché c’è gente che si diverte a leggerle. È tutto qui.
Poi, ovviamente uno cerca di monetizzare, ma questo viene dopo.

SCS: Fare fumetti per la rete, fare fumetti per la carta: che cosa significa per te? Ci sono differenze nell’approccio e nella realizzazione? Ma soprattutto, hai preferenze in merito? La rete è un ripiego o un occasione?

Cinic WomanP: Ecco, come dicevo prima, pubblicare in cartaceo è un modo per avere un rientro economico. Cioè, oddio, i guadagni sono talmente ridicoli (anche per un prodotto come il mio che vende bene e va sistematicamente in ristampa), che poi ti viene da pensare che il gioco non valga la candela. Poi, però, nella realizzazione dei volumi cartacei, ad un certo punto ho pensato “cazzo, la gente dovrà pagare 8 €uro per ‘sta roba…” e quindi, essendo un coglione, ho iniziato ad impegnarmi per migliorare (e sono sicuro si noti parecchio la differenza tra un volume e l’altro), perché ci tengo a quel paio di  migliaia di persone che spendono i loro soldi e poi mi ringraziano e si complimentano e mi offrono da bere. Sono momenti di umanità molto importanti per me, anche se poi bevo fino a vedere upskirt della Madonna e mi si resetta il cervello e me li scordo.

SCS: Il tuo rapporto con il tuo pubblico online?

P: Io sono uno del “pubblico online”, quindi non c’è un rapporto diverso da quello che chiunque ha con chiunque altro (cioè, a me piace pensarla così).

SCS: Ravioli Uèstern: cosa sono, ma soprattutto, perché?

Un GenioP: All’inizio doveva essere una web-serie che univa i film western con elementi nerd e di attualità. Solo che io i film western non li ho mai visti in vita mia, e nerd non lo sono poi così tanto, quindi è diventato un miscuglio di gag senza logica e fini a se stesse. Su carta, invece, riesco a mantere un minimo di trama e continuità, perché è un mezzo meno dispersivo della rete.

SCS: Di Comic-soon cosa ci dici?

P: È un free-press che viene distribuito alle fiere, sul quale sono state pubblicate alcune mie vignette ed un paio di miei articoli su serie tv e cartoni. Poi non so altro, io non so leggere.

SCS: Per quanto riguarda le fiere? Ci sono diverse attività e incontri a cui partecipi, anche in questo caso: necessità o scelta?

P: Le fiere le ho sempre frequentate per passione verso i fumetti e per divertirmi. Essere un “autore” mi permette di farmele rimborsare, che mica costa poco andare ad una fiera. E anche di incontrare IRL i lettori, come detto prima. Poi dovrei anche fare una battuta sulle cosplayer fighe, come fanno tutti, ma eviterei perché le cosplayer sono per la maggior parte minorenni, e questo striderebbe col mio anti-clericalismo.

SCS: Realizzi fumetti con stili molto diversi tra loro: come mai questo percorso?

Stella Del MattinoP: All’inizio disegnavo parallelamente fumetti horror e vignette sceme, sì, ma dopo un anno di pubblicazioni come “fumettista serio” in cui ci rimettevo soldi e basta, e vedendo che, dall’altra parte, le mie cose umoristiche piacevano ed avevano un numeroso seguito, ho optato per la soluzione che mi portava più soddisfazioni e che, soprattutto, mi divertiva di più da realizzare.

SCS: Che strumenti usi? Diversi a seconda del fumetto? Strumenti tradizionali o strumenti digitali o che combinazione tra i due?

P: I fumetti “seri” erano realizzati rigorosamente con pennello e china e bestemmie sullo scanner lento. Per i Ravioli Uèstern ho scoperto il magico mondo della tavolette grafiche e, ormai, il disegno analogico lo sto completamente disimparando. Infatti le dediche in fiera è sempre un trauma farle, senza il Ctrl-Z sottomano.

SCS: Serialità umoristica, serialità narrativa: quale trovi più difficile da gestire?

P: Quella narrativa, perché non è nelle mie corde. L’umorismo mi viene naturale, mi esce senza sforzi. Tranne in questa risposta, ovviamente.Io riciclo

SCS: Continuerai a mantenere queste due diverse anime o hai piani diversi?

P: Piano piano, col tempo, vedo che lo stile di disegno idiota e lo stile più professionale si stanno unendo tra loro. In fondo sono due parti coabitanti di me. Una coppia di fatto. Ancora non ho capito chi è il passivo e chi l’attivo, ma spero che non mi lasceranno roba bianchiccia ed appiccicosa nel lobo temporale.

SCS: E al di fuori del mondo della rete? Che ne pensi del mercato e come (se) ti ci vedi posizionato?

P: Pubblicare per il mercato delle fumetterie, ad oggi, non può essere altro che un hobby. Ed è triste perché, da appassionato, vedo una generazione intera di autori che abbandona per sfiducia o per difficoltà. Io, nel mio piccolo, continuo a regalare vignette a chi vuole ridere con me, mentre cerco di migliorare come “fumettista” vedendo dove andrò a finire. Probabilmente in Umbria.

SCS: Tu sei apertamente anticlericale/antireligioso e decisamente poco polically correct: questa cosa ti ha procurato fastidi in rete?

Razionalità Vs ReligioneP: In rete non più di tanto (mi hanno bannato da Facebook per volgarità e da Google Adsense per turpiloquio, ma per blasfemia mai neanche un richiamo), è solo su carta che mi son dovuto limitare su certe forme un po’ troppo volgari, anche se comunque sono sempre stato libero nei contenuti. Poi c’è anche da dire che io non sono uno di quelli che bestemmiano per sport: io sono un ateo convinto e consapevole, che ha letto e si informa e si documenta (a tal proposito, consiglio a tutti i documentariA Brief History of Disbelief” e “The Atheism Tapes” della BBC, “Root of All Evil?” e “The Enemies of Reason” di Channel 4 e “Deliver Us from Evil” di Amy Berg). Poi, ok, io faccio vignette per far ridere quindi, in quella forma, le mie convinzioni le condenso in due righe e le faccio molto aggressive, ma spesso mi arrivano mail di credenti che mi contestano questo o quello, e quasi sempre ne segue un lungo dibattito epistolare che mi permette di approfondire e spiegare le mie ragioni.

SCS: Hai magari qualche aneddoto da condividere con noi in merito?

P: Aneddoti divertenti… ah, sì! Ero ad una mostra a Pesaro, dove era esposta una mia vignetta e stavo lì a vendere i miei fumetti. Arriva questa signora un po’ in là con gli anni (un po’ molto, ecco), ben vestita e truccata. Prende in mano Ravioli #2 ed inizia a sfogliarlo. Io, annusando il pericolo (Ravioli #2 parla di un cowboy con la minchia enorme che alla fine incontra Gesù), le dico imbarazzato: “ehm… forse non è il caso che lo sfogli… è vagamente blasfemo…” e qui gli occhi della signora si sono illuminati. “Davvero?! BENE! Ci vorrebbero più fumetti così!” e se l’è comprato tutta felice. Volevo prenderla come nonna adottiva, giuro.

SCS: Il futuro di Pierz?

P: “Pierzerò”.

SCS: Un ultima domanda per chiudere, fondamentale: Raviolo Ninja riavrà di nuovo la gamba prima o poi?

P: Ahahah, le domande sulla gamba del Raviolo mi mandano sempre in trip, perché questa menomazione è una cosa che non so come è nata e che non riesco a gestire. È un po’ come chiedere a Dio perché ha creato i dinosauri: mica lo sa nessuno, ma intanto Spielberg c’ha fatto i soldi, tiè.

Pierz per Sono Cose Serie

Grazie Pierz!

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