Cold Open – Iniziare nel mezzo del ciclone
Cold Open è l’evoluzione televisivo seriale del concetto di Medias Res narrativo, ovvero, iniziare una storia nel mezzo di un’azione.
Oltre ad essere un sistema molto efficace per catturare fin da subito l’attenzione di un lettore o di uno spettatore (il cinema è un altro mezzo a farne un largo uso), nel moderno mondo televisivo, la tecnica assume connotati caratteristici e molto specifici.
La struttura di un episodio televisivo ha ormai dei canoni specifici e strutturati: previously (riassunto delle puntate precedenti: appuntamento fisso per i serial americani, spesso però viene eliminato nell’adattamento italiano, salvo serie particolari), porzione presigla (che qualcuno chiama anche Teaser), sigla ed episodio (pensate, hanno la stessa struttura anche le puntate di Sono Cose Serie!)
Quello che ci interessa in questo momento è proprio quel frammento, di lunghezza variabile, che si trova tra il previously e la sigla. È l’introduzione all’episodio, magari al tema della puntata, ed ovviamente, oltre a dare il La al nostro racconto ha lo scopo preciso di catturare lo spettatore e “imporgli” di proseguire con la visione (e quindi fare contenti tutti quei danarosissimi sponsor che pagano soldoni per avere una pubblicità nel mezzo di quel telefilm).
A seconda della tipologia di serial al quale ci troviamo davanti, il meccanismo funziona in maniera molto diversa. Nelle commedie e nelle sit-com è una sorta di antipasto, spesso presentando una sorta di microepisodio, una collezione di gag che si autoesauriscono prima dell’inizio dell’episodio vero e proprio. Pensate ai Simpson, che, seppur mancanti della struttura canonica di cui abbiamo parlato sopra in quanto serie animata, ha un frammento iniziale che ha un tema (e che spesso genera un’aspettativa) completamente diverso da quello che sarà il vero tema portante dell’episodio.
Nelle serie di impostazione crime molto spesso questo frammento presenta l’omicidio della puntata, mostrandoci gli ultimi istanti della vittima o la scoperta del suo cadavere, mentre nella fantascienza o nelle serie mistery è l’occasione di mostrarci o di suggerirci l’alieno o il mostro della puntata. Non per niente fu la serie Star Trek tra le prime a dare il via a questo meccanismo.
Ci sono molte serie (o a volte magari particolari episodi) in cui la funzione di presentazione fa un salto avanti (un bel flashforward, verrebbe da dire…) mostrandoci una situazione particolarmente assurda a cui l’episodio dovrà dare spiegazione mostrandoci le fasi precedenti (ore? giorni?) che hanno portato alla situazione, oltre che risolverla.
Su tutti brilla spesso l’aura protettrice del colpo di scena (a volte nella sua forma fulminante del cliffhanger): questa pillola che ci innesta nell’episodio ci accompagna alla sigla con l’ausilio di un grosso punto di domanda, in alcuni casi corredato da un imprecazione e anche un punto esclamativo, che ci tenga inchiodati con una notevole conditura di ansia e desiderio.
Si tratta insomma di un giocattolo dirompente, in fin dei conti semplice e dai grandi risultati, e proprio per questo pericoloso. In alcuni casi generare l’aspettativa può anche risultare una miscela realizzabile con pochi sapienti ingredienti ottenendo grandi risultati con un minimo sforzo, ma se l’episodio non sarà all’altezza della domanda significa anche decretare la morte immediata o molto rapida dell’affezione del pubblico, mentre lo spettro della cancellazione inizia ad affacciarsi dietro l’angolo.
Ci sono poi quegli autori che sono in grado di esprimere questo giocattolo al meglio delle sue possibilità, utilizzando i semplici ingredienti, spesso una selezione di cliché, reinterpretati in ricette nuove e inattese come chef brillanti e geniali. Serie come il Dottor Who offrono esempi fenomenali un episodio dopo l’altro, mentre ad esempio Castle si diverte ogni tanto a regalarci sorprese da pollici sù e 32 denti in esposizione.
[box title=”Da Cold Open a Meme” color=”#333333″]Un esempio piuttosto singolare di come il Cold Open affascini e scateni la fantasia degli spettatori, soprattutto internauti, è quello di C.S.I.: Miami. Nei minuti che precedono la sigla, Horatio Caine (interpretato da David Caruso) esamina il cadavere della settimana e fa un commento ficcante inforcando gli occhiali da sole, seguito dalla voce di Roger Daltrey dei The Who che urla l’immancabile YEEAAAAH di Won’t Get Fooled Again. Apertura che non brilla certo per originalità ma così peculiare, molto di più di quella del suo predecessore CSI – Scena del crimine, da generare parodie e prese in giro a dir poco eccellenti…