La tecnica seriale finale: La Morte

ts_morteQuando si combatte la guerra dell’audience o dei lettori da un numero di anni considerevoli, quando hai toccato la cresta dell’onda più e più volte e hai messo insieme un numero di puntate, episodi, capitoli o numeri tali (derive, film e spin off inclusi) per cui il rischio di finire per essere “scontato” e quindi snobbato è dietro l’angolo, esiste una tecnica finale, una di quelle cose dal sapore di jolly a sorpresa, e che come il jolly a volte ti fa sentire bruciare il posteriore per un fregatura imminente o quantomeno per il rischio di.
La morte.

Homer Simpson la morteBadate bene. Non stiamo parlando della morte di un character X che rappresenta il pantheon a corollario di una storia seriale. Qui si parla di Morte con la M maiuscola, la morte di un titolare della serie. Protagonista assoluto o una spalla fondante e fondamentale. Quelli che, a condizioni normali, sono dati per assodati fino al capitolo finale della nostra serie. Come abbiamo espresso nell’introduzione all’articolo, questo tipo di tecnica è una tecnica specifica: la Morte si applica solo a serie storiche e longeve, quelle che travalicano interi gap generazionali.

Il mondo del comic book e quello della soap opera in questo hanno un gene comune. E con il gene quella sensazione di leggero bruciore al posteriore che vi segnala una truffa in cui, ammettetelo, per un attimo vi siete fatti fregare. Diciamo che l’applicazione de “La Morte” in questo caso rappresenta il puro concetto dell’Araba Fenice: rinnovamento. Leggi, ci siamo persi il nostro target usuale perché è cresciuto troppo e duriamo da troppo per attirare i più giovani. La Morte in questo caso infatti presuppone presto o tardi un ritorno. Ma se nella soap opera possiamo parlare quasi di un meccanismo standard, nel mondo supereroistico La Morte è sempre l’evento. Parliamoci chiaro, ad oggi non sei un pezzo grosso del mondo dei supereroi se non sei morto almeno una volta. Pensiamo ai più famosi.  Superman. Batman. Spiderman. Capitan America. Gli X-men praticamenti tutti o quasi. I Fantastici Quattro (o almeno una buona parte di loro). Lanterna Verde. Flash….dobbiamo continuare?

Morte di SupermanSe volessimo citare giusto qualcuno dei casi più eclatanti (o che hanno fatto  più rumore di altri) sicuramente dovremmo ricordarne almeno tre.
La Morte di Superman è stato un evento che ha smosso giornali e telegiornali d’ogni dove, oltre ad un idea di marketing eccezionale: la moltiplicazione. Infatti l’evento legato alla morte di Superman è proseguito un intero anno, dando vita addirittura a 4 diversi rimpiazzi prima di far ricomparire l’originale (e dargli un nuovo pimpante taglio di capelli). Non solo Morte con la M maiscola ma anche Marketing con la M maiscola.

La Morte di Capitan Marvel (Marvel Comics), il primo della lunga serie di personaggi ad assumere questo nome, l’alieno Kree Mar-Vell (nessun refuso). E’ stata tra le prime eclatanti morti supereroistiche, e sicuramente sconvolgente: nessuno scontro cosmico, l’eroe si è spento davanti ai compagni d’armi per un tumore inoperabile causato dal gas nervino respirato durante un vecchio scontro.

joker-uccide-jason-toddLa Morte di Jason Todd, il secondo Robin. A rendere eclatante l’evento il fatto che la decisione di ucciderlo non arriva dagli autori, ma dai fan: DC comics lanciò un referendum nelle fumetterie americane e con un numero telefonico ad hoc con cui i lettori potevano scegliere il verso del proprio pollice.

Ormai dovreste avere abbastanza esperienza per sapere che in questo tipo di universo non c’è nulla di meno definitivo de “La Morte”. Nel frattempo però puoi provare a sondare le nuove mode, provando protagonisti alternativi più giovani (spalle che diventano titolari), cambi di costume, persino cambi di potere e di sponda (parliamo di buono/cattivo. Stiamo pur sempre parlando di comics americano…). e non dimentichiamo un effetto collaterale che è ben chiaro nella mente dei vari editor e chi per loro nel momento in cui viene decisa una simile mossa: la risonanza. Quando muore un pezzo grosso si va sui giornali e ai tg. Anche se si tratta di un pezzo grosso fittizio. Pubblicità gratis. E chi dice mai di no?

Nel mondo delle serie tv l’evento apparentemente è meno diffuso, ma non fatevi confondere. è l’incidenza percentuale che cambia. La differenza è che le serie abbastanza longeve da potersi permettere l’uso de “La Morte” non sono tantissime. Ma di certo gli esempi non mancano. Ultimo della fila il buon vecchio Brian dei Griffin. Anche se, non so voi, ma noi iniziamo ad avvertire un certo bruciorino…

Esiste però nel mondo dei serial televisivi anche un uso decisamente creativo della Morte. Quando una serie inizia a procedere a lungo, possono capitare, per i più svariati motivi, defezioni da parte del cast. Cosa succede allora quando in squadra hai degli sceneggiatori sufficientemente creativi? Ammazzi il personaggio. Ma magari lo fai sfruttando il più possibile a tuo vantaggio la cosa. A volte anche quando il tuo scopo è semplicemente quello di vendicarti di un attore che non se ne va ma viene cacciato.

FarscapeOnde evitare facili spoiler vi segnaliamo appena un paio di esempi.
C’è il caso del serial fantascientifico Farscape, in cui un personaggio è stato costretto ad abbandonare per via di una pesante allergia scatenata dal pesante trucco a cui veniva sottoposta, dando vita ad uno struggente finale di stagione.

C’è il caso del famosissimo Lost, in cui il comportamento un po’ troppo licenzioso di tre attori fuori dal set ha scatenato le ire della produzione, facendoli cacciare di punto in bianco e stravolgendo le già caotiche linee narrative di una delle primissime stagioni.

Un caso speciale e forse unico di uso de La Morte potremmo individuarlo nel Doctor Who. L’evento (la rigenerazione) che colpisce il Doctor Who alla fine di ogni cliclo (leggasi cambio di attore) è proprio l’applicazione sistematica e dichiarata di questa tecnica.

Si sa, la morte, anche quando avviene nella finzione narrativa, è sempre un evento di grande forza e impatto emotivo, quando tocca personaggi vicini come protagonisti o loro cari. Cavalcare l’impatto emotivo e sollevare quella m fino al grado di Maiuscola diventa invece garanzia di un successo a breve termine. E, a differenza del mondo reale, la vita dopo la Morte di una serie esiste ed è garantita, almeno sulla breve distanza.

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