Schizzi di sangue e frattaglie: lo Splatter

spv_splatterTutto comincia con il cinema e gli anni ’70, e di mezzo c’è sempre lui, quel mezzo geniaccio che ha cambiato per sempre il mondo del genere horror, George Romero. Sì, perché è proprio lui a coniare il termine splatter per dare una descrizione alle pellicole da lui create, in particolar modo L’Alba dei Morti Viventi, o meglio noto da noi come Zombi.

In realtà il gusto per esporre e mettere in scena carne ed interiora in fiumi di sangue ha radici decisamente più datate, partendo dalle tavole anatomiche rinascimentali fino al famosissimo (soprattutto per chi legge fumetti di genere come Dylan Dog) teatro del Grand Guignol di fine 1800, dove grottesco, macabro ed esagerazione erano gli ingredienti peculiari messi in scena sul palco.

Grand Guignol - un esempio di posterIl cinema è quello che ha a tutti gli effetti reso lo splatter un genere a sé stante nell’universo del genere horror, dando vita a moltissime opere dove splatter non faceva più riferimento ad una sua parte, una sua sola componente, ma diventando lo scopo e la spina dorsale portante. Non più la caccia alla ricerca di brividi e inquietudini, ma un’esposizione che proietta disturbo, che attacca lo stomaco. Ci sono esempi remoti, come il film  Intollerance del 1916, ma l’evoluzione e la sua esplosione arrivano proprio con registi come Romero, Wes Craven, Tobe Hooper, John Carpenter (autori di pellicole diventate iconiche e genitori di lunghe saghe) che attraversano anni ’70 e ’80 con la violenza di una motosega. Ricordiamo che erano gli anni della guerra del Vietnam, conflitto che trasformò e mise in discussione la società americana: lo splatter diventa anche un modo per manifestare e ricordate orrori e violenze del mondo reale. Nel corso degli anni in fondo, i film di guerra stessa sono diventati anche film splatter, sdoganati in forma assoluta dai primi potentissimi minuti di Salvate il Soldato Ryan di Stephen Spielberg.

L’evoluzione del genere però non si interrompe e nel momento in cui diventa egli stesso un genere, comincia a mescolarsi ad altri, dando vita anche a derive comiche e grottesche grazie a realtà produttive come la Troma o registi come Sam Raimi e il primissimo Peter Jackson.

Nell’ambito del genere horror e proprio e soprattutto sullo splatter, cinema e fumetto si influenzano continuamente l’un l’altro. I fumetti prodotti (e poi messi al bando) negli anni 50 dalla EC Comics sono sicuramente una delle fonti di ispirazione di questa new wave cinematografica degli anni ’70, così come questa stessa new wave stimola la produzione e la nascita di molteplici realtà a vignette.

In Italia sono numerosissimi i casi di collane a fumetti e di riviste che si dedicano al genere. Sicuramente i due nomi che riescono, in modo e per motivi diversi, a crearsi il proprio spazio e la propria notorietà sono l’omonima rivista Splatter e il già citato Dylan Dog.

Dylan Dog, fumetto horror per la storica Bonelli, non è un fumetto principalmente splatter, ma sicuramente dello splatter fa uno dei suoi codici, uno dei suoi componenti che sicuramente contribuiscono al suo successo al suo ingresso nell’immaginario collettivo italico.

Una delle copertine di SplatterSplatter nasce nel giugno del 1989 per la Acme di Francesco Coniglio e Guido Silvestri e, basandosi quasi solo sul passaparole, diventa un piccolo cult, riunendo in un formato antologico autori diversi e di un certo calibro: Attilio Micheluzzi, Roberto Dal Pra’, Vincenzo Perrone, Marco Soldi, Abuli e Bernet, Peppe Ferrandino, Bruno Brindisi. Rimasta nel cuore di molti appassionati, la rivista, dopo un antologica pubblicata da Rizzoli, è recentemente tornata ad affacciarsi sul mercato, raccogliendo nuovamente una squadra di autori di tutto rispetto, da Onofrio Catacchio a Francesco Artibani, passando per Paolo Di Orazio, Sergio Algozzino, Alessandro Bilotta, Sergio Ponchione, Emanuele Gizzi, Alessio Fortunato, Alessandro Ruggieri, Valerio Giangiordano, Paolo Bertolotti e Yoshiko Watanabe.

Il ritorno di Splatter non è l’unico caso del ritorno del genere nel mondo fumettistico italiano. Altre realtà, come la neonata Edizioni Inkiostro, stanno iniziando a tornare ad un genere che, se nel cinema non ha mai smesso di crescere e cambiare (attualmente è in voga il cosiddetto “Torture Porn” esaltato dalla saga di Saw l’enigmista e quella di Hostel), nel fumetto si era fatto più cauto e meno diffuso.

La televisione, soprattutto per vincoli di censura, è sempre stata piuttosto cauta sullo splatter. Qualche caso sporadico non è mancato, giocando un po’ d’azzardo e confinandolo in casi unici e molto rapidi. Negli ultimi anni però le cose hanno iniziato a cambiare: la serie televisiva The Walking Dead rappresenta (almeno) in questo senso sicuramente un caso notevole, visto anche il successo raggiunto, ma ormai lo sdoganamento si amplia sempre di più. Da serie poliziesche che sempre di più trovano il coraggio di esporre cadaveri e i danni che recano a fantasy brutali (sotto ogni aspetto) come il potente Game of Thrones.

L’era della carne non è certo terminata.

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