The Walking Dead – La serie tv

The Walking Dead - La serie tvRagionando su quello che è stato fatto nella trasposizione da comic book a serie tv per quanto riguarda The Walking Dead, ci scontriamo subito con una scelta piuttosto inconsueta.

Il lavoro realizzato con la prima stagione e poi, in maniera ancora più incisivo nella seconda, è stato un operazione di dilatazione.
Oltre ad aggiungere elementi e personaggi, storia e situazioni sono state diluite, allungate, appunto, dilatate.
Molto più pesante l’effetto nella seconda stagione che, visto l’enorme successo della prima, si è vista raddoppiare gli episodi a disposizione, passando da 6 a 13.
La serie risulta così dilatata non solo negli elementi della trama da cui si ispira, ma anche nei suoi ritmi, correndo molto spesso troppo vicino al filo della noia. Si ha l’impressione che se la durata della serie fosse stata mantenuta a 6 episodi la stagione non sarebbe stata giusta, ma perfetta.

Dale, perché?Significativo inoltre che alcune delle cose che meno funzionano nella serie tv sono elementi che non esistevano nel fumetto. Avete presente il laboratorio segreto con cui si chiude la prima stagione? O ancora certi “spostamenti” avvenuti uccidendo personaggi che nel fumetto non muoiono o non sono ancora morti a questo punto della storia o nelle uccisioni stesse (nel chi uccide chi).

L’impressione generale, ancora una volta, è che gli autori, stiamo pur sempre parlando di un canale televisivo americano (AMC) e non possiamo che figurarci un cugino statunitense di mr. Moige dietro le quinte, abbiano avuto paura di alcune delle implicazioni di certe scelte che avvengono nel fumetto, tirando il freno in una serie che risulta già particolarmente dura ed estrema. Su tutte ruolo, destino ed evoluzione del giovane Carl, il figlio di Rick, e la dilatazione, che arriva a diventare fastidiosa, del triangolo Rick/Lori/Shane (che, seguendo il fumetto, si sarebbe dovuto concludere nella prima stagione. E in modo decisamente più appagante)

In questo senso lascia terribilmente perplessi il trailer della terza, perché sembra che improvvisamente, spaventati dagli effetti di questo sfilacciamento, si stia correndo ai ripari passando ad un brutale accorpamento.
Il GovernatoreSe, infatti, nonostante modifiche e allungamenti varie le prime due stagioni corrispondono esattamente ai primi due volumi dell’edizione paperback del fumetto, da quello che vediamo nel trailer riconosciamo elementi di due importanti linee narrative, quella relativa alla prigione e quella relativa al Governatore (preparatevi al peggio!). Due linee narrative talmente corpose da superare i due volumi a fumetti ciascuna.
Certo, sembra palese che l’intenzione non sia quella di esaurirle in un unica stagione (stagione che sarà ancora più lunga: 16 episodi questa volta), ma preoccupa la quantità di cose che ci dovremmo aspettare, oltre al fatto che i tempi sono ormai maturi per il ritorno di un personaggio creato ex novo per la tv, Merle.

Per carità, l’effetto che fa una storia come quella di The Walking Dead fumetto, dove le cose non fanno altro che crescere, anche e soprattutto qualitativamente, carica molto l’entusiasmo e la voglia di vedere sullo schermo personaggi come Michonne e il Governatore.
Lascia perplessi però questa brusca accelerazione, che fa pensare ad un tentativo di sparare tutte insieme le cartucce migliori a disposizione per non rischiare di giocarsi il pubblico.

Insindacabile comunque che queste due linee narrative alzino a dismisura la curiosità e la golosità sugli sviluppi che ci aspettano, nonostante una seconda stagione che ci ha convinto poco, per quella che comunque resta sicuramente una delle grandi sorprese televisive degli ultimi anni.

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