Red 2 – Una recensione d’altri tempi
Ecco un film che vi piacerà se non siete giovanissimi, se siete tra quelli che sono partiti con Die Hard e L’Ultimo Boyscout, e che poi sono cresciuti e hanno imparato ad apprezzare Il Gioco di Ripley o Changeling, si sono rimpallati nell’arte di genere con Hannibal e Dracula di Bram Stoker e sono approdati a La pazzia di Re Giorgio e The Queen. Ecco il film di chi ha fatto tutto il percorso ma vuole indugiare, per una volta, su una pellicola che rispolveri il sapore dei film da seconda serata farciti di pistolettate, “il mio nome è…” e “Yippie-Kai-Yay“. E noi l’abbiamo visto in anteprima per voi.
Ma non siamo davanti alla riproposizione posticcia di strutture e narrazioni retrò, ma ad un film che, come il precedente se non di più, è consapevole che le avventure vissute da ragazzini si tingono di ingenuità e nostalgia, se riviste con gli occhi dell’adulto. Così scatta l’ironico gioco di paralleli e confronti tra le grossolane meccaniche di genere, sempre sopra le righe, e il silenzioso patto di sospensione dell’incredulità che il Cinema stringe con lo spettatore quando si narrano storie di questo tipo. Insomma, finzione scenica sì, ma sempre con la consapevolezza del fatto che attori e spettatori giocano insieme, a caccia della forma di avventura più semplice e potente.
Infatti la trama sembra tirata giù da un manuale di sceneggiatura per spy-story anni ’80 ma è messa sullo schermo con un ritmo ossimorico tutto contemporaneo. Il fatto che il regista Dean Parisot abbia fatto una lunga gavetta sulle serie tv, probabilmente si rivela un vantaggio perché abituato a giocare con i ritmi più delicati della narrazione contemporanea. Quando le scene indugiano quel tanto in più sulle impossibili acrobazie automobilistiche orlate di proiettili, è chiaro che si tratta di un beffardo ammiccare alle esagerazioni tipiche del genere. Le sbavature di sceneggiatura, quasi quasi, se non ci fossero rovinerebbero l’amarcord.
Tutti i personaggi sono giocati sullo stesso meccanismo duale di scontro tra nuovo e vecchio, tra la C.I.A. vecchia scuola, con il suo stile basato sulla sicurezza dell’esperienza e le nuove leve dell’Intelligence Internazionale, ovvero ingenui e inesperti burattini dei grandi sistemi in cui sono immersi. Anche in questa secondo pellicola c’è ovviamente un punto di contatto tra i due mondi dello Ieri e dell’Oggi. Sarà reso nuovamente attraverso la giocosa vena sentimentale tra il “vecchio” Frank e la sua giovane compagna Sarah (urst-non urst che non può mancare in una buona spy-story).
E ovviamente un film così non si sarebbe potuto neppure pensare se non con questi attori: Bruce Willis, John Malkovich, Catherine Zeta-Jones, Helen Mirren, Anthony Hopkins, Brian Cox, David Thewlis. Sono attori che giocano con i volti dei personaggi che li hanno resi celebri lavorando di meta-linguaggio: così se è Bruce Willis che fa l’agente C.I.A., ci sembra il minimo vederlo uccidere in modi surreali otto tipacci armati di mitra con una sedia e uno schedario, se è Helen Mirren che fa la pazza che crede di essere la Regina Vittoria il siparietto è tutto più gustoso, se è Malkovich a fare lo spostato del gruppo, il livello di follia che devi mettere in campo deve andare oltre a quello che in altri contesti sarebbe ritenuto il massimo accettabile. Tutti giganti, ormai non più giovani, ma che sfidano con sfacciata leggerezza tutte le nuove icone generazionali (quelli trasmutati dai vari maghetti, vampirotti o mezzilupi per capirci) sul loro campo, imbastendo con evidente facilità un piccolo gioiellino d’azione: e sembrano divertirsi almeno quanto noi che siamo in sala.
Sebbene il primo capitolo di questa saga fosse tratta dall’omonimo fumetto del brillante Warren Ellis, questo secondo episodio si discosta dal filone cartaceo ma ne conserva l’intelligenza di fondo. Red 2 fa molto bene la sua funzione di sequel non deludendo, recuperando tutti gli elementi della prima pellicola e aggiungendo quel tanto di novità per creare interesse senza snaturare i personaggi (come sarà il rapporto tra l’ex agente Frank Moses e la più giovane telefonista Sarah Ross? Il folle Marvin Boggs potrà tenere tutti fuori dai guai? Il romantico duo Victoria e Ivan sarà ancora tanto improbabile quanto inossidabile?). Non è un film che promette cose che non può mantenere, non vende colpi di scena e invenzioni sbalorditive: fa il suo mestiere, con ordine. E poi, quanto ci si diverte nella fiumana di bossoli sparati dalla mitragliatrice da guerra in centro a Parigi o nell’impossibile inseguimento in Porsche?
Insomma, andatelo a vedere. Fatelo alla vecchia maniera, nella sala 2D, nel cinema sotto casa, nella certezza che tutto quello che vedrete l’avrete già visto.
Sarà un’esperienza ringiovanente.
a me non è piaciuto per niente, ma proprio per niente
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Pensiamo che non sarai l’unico a cui non piacerà. Come il primo, anche questo, sarà al centro di un bel dibattito tra quelli a cui è piaciuto e quelli a cui non è piaciuto. Vediamo come va al botteghino: il precedente al cinema andò discretamente male ma si rifece in homevideo tanto da spingere la produzione a realizzare il secondo.
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