Se noi italiani non abbiamo di che lamentarci per quanto riguarda la produzione seriale derivata dalla nostra principale associazione criminale (anzi, possiamo sicuramente lamentarci dell’eccesso e a volte della quasi esclusività dell’uso del tema “Mafia” per lo sviluppo di serial), anche i nostri cugini giapponesi possono vantare una discreta diffusione, serial e non, della loro peculiare associazione a delinquere, la Yakuza.

Enormi tatuaggi, il mignolo amputato in caso di fallimento, parte dei loro affari legali e alla luce del giorno, uno stretto codice di comportamento e tentativo anacronistico di portare avanti una versione distorta del bushido… ecco l’onorata società (questo più o meno significa Yakuza), uno dei gruppi criminali dall’iconografia più particolare che ha colpito e colpisce l’immaginario di diversi autori, non solo nella loro madrepatria.

51modidisalvarla1Vero è, però, che la produzione principale di opere narrative che hanno a che fare con la Yakuza siano principalmente di origine nipponica. Numerosi i manga che li vedono protagonisti o che li coinvolgo nella trama. Tra i casi più particolari ricordiamo 51 modi per salvarla, di Usamaru Furuya, pubblicato in Italia in 5 albi per Ronin Manga. Si tratta di un manga particolare in senso assoluto: nel suo racconto di un post terremoto di magnitudo spaventosa nella città di Tokyo (8,1 della scala Richter), il manga si propone non solo come una ricostruzione estremamente realistica dei fatti, ma anche come una sorta di “guida”, un prontuario sul “cosa fare in caso di terremoto”. E tra queste cose da fare c’è… cercare l’aiuto della Yakuza. Sì, perché è già successo che i folcloristici membri dell’organizzazione si siano dati da fare nel soccorrere le vittime di eventi naturali.

Sicuramente, in ambito seriale, il prodotto più famoso è l’ottima saga videoludica Yakuza composta ormai da 6 capitoli, eppure l’ambito di maggior impatto sulla produzione narrativa è quello cinematografico: in Giappone lo yakuza movie è un genere vero e proprio.

Questo vale certo anche per gli occidentali (famoso un film, sempre dal titolo Yakuza, diretto da Sydney Pollack), ma ovviamente è in Giappone dove ha trasformato il cinema in seriale.

Ryu ga gotoku Gekijo-banUna parentesi a parte la merita l’iper prolifico regista Takashi Miike, molto amato da Tarantino e capace di passare attraverso quasi qualsiasi genere cinematografico (spesso finendo per mescolarli insieme), con profondi legami alla serialità e una vasta produzione di yakuza movie. Tra questi per esempio Like a Dragon, che è una trasposizione in live action proprio di uno dei capitoli della saga videoludica Yakuza. Seriale non seriale è la trilogia cinematografica Dead or Alive. Seriale non seriale perché sono tutte e tre film di Miike, si chiamano 1, 2 e 3, e hanno il medesimo cast, in realtà raccontano tre storia differenti di Yakuza. Non seriali, tra le produzioni Yakuza di Miike segnaliamo comunque due fusioni di genere: Full Metal Yakuza (yakuza in salsa sci-fi) o il recente Yakuza Apocalypse Gozu (yakuza e vampiri), in cui però non è difficile sentire il sapore di un certo immaginario manga. Manga e serialità come dicevamo che rappresentano un ulteriore anima di Miike che, tra le altre cose, sembra proprio essersi specializzato in trasposizioni da manga o anime: è il caso del cruento e delirante Ichi The Killer, (dall’omonimo manga) dove ancora c’è la Yakuza, ma sono tantissime le trasposizioni che lo vedono alla regia, da Yattaman, al recente JoJo. Una produzione enorme, quasi completamente disponibile anche in italiano.

Altro regista (nonché comico e attore) che ha legato spesso la sua produzione al tema Yakuza, spesso in maniera sublime, è Takeshi Kitano che in questi ultimi anni è impegnato proprio in un lavoro seriale a tema yakuza: la trilogia cinematografica Outrage, di cui sono usciti i primi due capitoli (anche in Italiano), mentre il terzo è in lavorazione.

SONO COSE SERIE CONSIGLIA…

sanctuaryDal manga arriva il nostro consiglio seriale. Il fumetto è Sanctuary, uno dei migliori lavori nati dalla collaborazione tra Sho Fumimura, in arte Buronson, scrittore il cui vero nome è Yoshiyuki Okamura, creatore di Ken il guerriero, e il disegnatore Ryoichi Ikegami mangaka dallo stile molto realista, creatore di un altro character legato a sempre a temi criminali, yakuza e triadi principalmente, Crying Freeman. L’appassionante storia di due fratelli giapponesi, sopravvissuti all’inferno della Cambogia, che percorreranno le loro strade verso il potere: uno dei due nella politica, l’altro nella yakuza. Uno storia dura, romantica, splendida. Fu tra i primissimi manga ad approdare in Italia ai tempi di Granata Press, che però chiuse prima di completarlo: fu poi Star Comics a renderlo disponibile integralmente in 12 volumi. Imperdibile.


Questo articolo è un’appendice alla settima stagione radiofonica su RadioOhm.

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