Il crossover Zorro vs Bud Spencer e Terence Hill: …continuavano a chiamarlo Zorro!
La serialità è parte integrante del DNA di Sono Cose Serie. La seguiamo, ce ne nutriamo, la viviamo, la respiriamo… e quando possibile la facciamo. Vi raccontiamo la genesi e quali sono i presupposti di “…continuavano a chiamarlo Zorro!”
Nato come progetto per una piccola casa editrice, poi arenatosi per avverse congiunzioni astrali, Paolo aveva cominciato a lavorare su un piccolo divertissment seriale, un puro atto di omaggio ad un certo tipo di personaggi e di serialità (abbiamo parlato di questo tipo di personaggi anche in una nostra diretta).
È ovviamente un gioco in cui il nostro Paolo aveva una voglia matta di divertirsi. Persa la sua iniziale casa editrice, il tipo di progetto sembrava di quelli che difficilmente potessero trovare altre collocazioni, così abbiamo deciso di non lasciarlo nel virtuale cassetto di un hard disk e portare la sua anima, quella dell’omaggio, a totale compiutezza.
Quindi ecco a voi “… continuavano a chiamarlo Zorro!” un racconto gratuito in 3 puntate (disponibile in formato PDF, e-pub e kindle) che vede incrociare le strade, spade e pistole dell’eroe mascherato con gli stravaganti fratelli dello spaghetti west Trinità e Bambino. Crossover, avventura, personaggi mascherati… la quintessenza della serialità.
Partiamo dal principio: la copertina. Realizzata da Michelangelo, è proprio lui che ci racconta come nasce l’idea grafica.
Sono partito dal più iconico degli elementi della saga di Trinità e Bambino: la seduta del biondo pistolero. È un elemento talmente caratterizzante dei personaggi e della saga tutta che i due film ci aprono la narrazione (qui e qui). Inoltre evolve come fosse un personaggio essa stessa: da slitta a sedia. La scelta quindi di riprendere questo elemento e il poster originario del film è sembrata la migliore. Inoltre mi ha consentito di introdurre il personaggio di Zorro da subito con l’accostamento a contrasto di un’immagine fortemente connotata dallo spaghetti western con l’eroe mascherato dalla provenienza della tradizione cappa e spada.
Lo Zorro, invece, riprende le caratteristiche visive dell’icona seriale interpretata da Duncan Regehr (riconoscibile dalle decorazioni del cappello) nella serie del 1989, ad oggi considerato uno degli Zorro più popolari tra le incarnazioni dell’eroe.
Il lavoro è stato realizzato utilizzando tecniche di rotoscoping con un’attenzione alla semplificazione che non ne sminuisse la resa visiva finale e la riconoscibilità. Il risultato finale, penso, sia un giusto mix per rendere mio omaggio a due pilastri della serialità che ricordo sempre con affetto.
Lasciamo la voce a Paolo, invece, per spiegare qualcosa del racconto:
All’inizio il racconto era nato come Zorro contro Pentecoste. L’idea era di utilizzare nomi differenti. Ma poi ci siamo resi conto che l’omaggio andava reso in maniera manifesta, nonostante il richiamo fosse palese.
Un dettaglio importante su Zorro: lo Zorro che incontrerete nella storia è lo Zorro protagonista del romanzo breve apparso a puntate su rivista e poi raccolto, The Curse of Capistrano, di Johnston McCulley, romanzo dove il personaggio di Zorro viene creato come uno dei tanti eroi pulp cappa e spada.In realtà, nei piani originali, Zorro era un personaggio come tanti altri: un destino così virulento ed es
plosivo non era stato preventivato. Il romanzo originale infatti ha un finale tutt’altro che aperto: Don Diego si smaschera e rivela la sua vera identità poco prima di chiudere l’avventura. È uno di quei casi di bizzarre congiunzioni astrali.
Il romanzo è piacevole, ma in effetti non ha nulla di così eclatante, di così particolare da farlo emergere rispetto a molti altri romanzi d’avventura del periodo. La vera nascita come icona avviene poco dopo, quando Hollywood sceglie il personaggio per portarlo sullo schermo, mettendo sotto la maschera Douglas Fairbanks, l’attore action per eccellenza di inizi ‘900.
È il 1920, il film, The Mark of Zorro (il segno di Zorro) è un successo strepitoso che porta a ristampare il romanzo con il medesimo titolo, a dare vita ad un primo sequel e ad un esplosione di altre pellicole e altri prodotti che culminano con la serie televisiva prodotta da Disney, che codifica alcune delle caratteristiche fondamentali dell’icona, alcune delle quali non presenti nel romanzo originale (dal nome del cavallo al Sergente Garcia, etc.).
Il film, spesso citato nel fumetto stesso, fu ispirazione per Bob Kane nella creazione dell’altrettanto iconico Batman. Alla nascita di “Zorro contro Pentecoste” quindi è quello lo Zorro a cui mi sono rifatto. Si chiama Don Diego Vega e non De la Vega. La sua maschera è integrale, nel senso che copre tutto il volto: non è soltanto la mascherina che copre gli occhi. Il suo cavallo non ha un nome, non esiste il tenente Garcia e varia qualche altro piccolo dettaglio qui e lì. Ed è qui che ho preferito scegliere di legarmi, a questo Zorro paziente zero. In effetti, se volessimo collocare temporalmente la storia di “…continuavano a chiamarlo Zorro”, questa si infilerebbe durante i fatti del romanzo “The Curse of Capistrano” immaginando che questo si svolga in un lasso di tempo più ampio e non solo una manciata di giorni. Che è un pò il gioco a cui hanno giocato molti di quelli che hanno creato nuove storie di Zorro, anche quando hanno cambiato alcune regole di base del gioco (come Disney).
Per quanto riguarda Trinità e Bambino, il collegamento in realtà è molto meno astruso del previsto: nel primo Trinità, Bambino paventa spesso la sua volontà di spostarsi in California.
Le gesta di Zorro si svolgono nella piccola cittadina di Reina de Los Ángeles, che presto crescerà diventando famosa semplicemente come Los Angeles, nel periodo della dominazione spagnola della California, durata fino al 1821. Il periodo storico in cui sono ambientate le storie western copre tutto l’800. Insomma, l’incontro in fondo non era per nulla improbabile…
Ovviamente, nella sua natura di omaggio, nelle tre puntate della storia non mancheranno riferimenti, richiami e citazioni. Soprattutto al mondo di Bud & Terence, ma non è escluso che non ci sia dietro l’angolo un’altro bizzarro incontro…
Per scoprire quest’ultimo tassello non resta altro che iniziare a leggere
“…continuavano a chiamarlo Zorro!”
Scaricalo da qui gratis.